“l’assicurazione mi ha detto”

Quante volte vi siete sentito dire da un qualsiasi interlocutore: “l’assicurazione mi ha detto”  e la domanda, a quel punto, è sorta spontanea: “l’assicurazione? L’assicurazione chi?”

Oddio! Non è che vi è grande differenza tra l’operatore telefonico e il solito impiegato di agenzia che raccoglie la denuncia di sinistro; entrambi, per alcuni versi, appaiono preparati al punto giusto specialmente in rapporto al fatto che, di norma, svolgono sempre le stesse mansioni e, pertanto, si abituano a raccogliere i fantastici moduli “c.i.d.” per poi – appena arriva il momento di calma e dopo aver preso il caffè di mezza mattina – smistare i dati in essi contenuti: li registrano ed assegnano un numero di repertorio, dirottano la gestione ad un ente liquidativo e, nel contempo, incaricano anche un Perito Assicurativo, tra le risorse umane indicate dalla Società di assicurazione, che provvederà celermente ad eseguire l’accesso tecnico mirante a stimare il danno sul veicolo danneggiato.

In tempi passati questa figura era ricoperta, spesso, dall’ultima ragazzotta arrivata in agenzia ed era considerato un ruolo prettamente temporaneo  e saltuario atteso che la medesima signorina, pochi mesi dopo, diventava “signora” con annessi e connessi. Adesso non più: la delicatissima questione viene affidata a professionisti seri e capaci oltreché esperti in materia di incidentistica stradale ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: mai un sinistro aperto in maniera difforme e, soprattutto, mai a discapito del proprio assicurato; anzi, tra le mansioni svolte, hanno aggiunto un altro incarico piuttosto delicato: sono in grado di dirottare ogni cliente a secondo delle esigenze contingenti alla pratica stessa. Ed ecco, allora, che questo “esperto” indirizza i clienti, che presentano denuncia di sinistro, o verso una di quelle miracolose carrozzerie convenzionate o, addirittura, verso un rappresentante legale che provvederà a tutelare gli interessi del danneggiato.

Qualche maligno sussurra, dietro le quinte, che per tale ulteriore mansione alcuni ricevono, nel tempo, una qualsiasi regalia ma, con tutto il malcostume che regna in Italia, cosa volete che sia una piccola somma passata sottobanco. Ed allora tutti a cercare di fare amicizia con queste figure professionali: avvocati, periti assicurativi, carrozzieri, patrocinatori stragiudiziali e, persino, i clienti stessi che si attendono, a priori, una gestione su misura in rapporto ai loro effettivi bisogni.

In altri termini, è una figura che, pur muovendosi nell’ombra, scintilla ad intermittenza: si accende tutte le volte che sulla sua scrivania si va a poggiare una qualsiasi “c.a.i.” e tal automatismo li fa sentire importanti se non proprio indispensabili. Soprattutto li fa sentire parte integrante di un meccanismo ben oleato laddove tutti agiscono per raggiungere un obiettivo prefissato quasi fossimo in guerra.
E, d’altronde, la meticolosa preparazione mattutina – prima di recarsi al lavoro – in tal senso, la dice lunga!female-body-armor-600x400

Vengono amati o odiati a secondo delle occasioni in cui ci si confronta con loro e si maledice o si benedice il momento in cui gli venne assegnato quel posto da cui non si parte per una brillante carriera ma dove ci si accomoda, giornalmente, con sempre più gusto.

Sono i veri rappresentanti dell’assicurazione! E, a buon titolo, quando danno indicazioni sulle soluzioni immediate, possono fregiarsi di gradi militari a cui i colonnelli e gli agenti di assicurazione devono obbedienza.

Ultima ora: adesso sanno anche incaricare il medico fiduciario ed, in alcuni casi, utilizzano il proprio terminale per inviare la liquidazione del danno così come concordato dal Perito Assicurativo.

Dei veri fenomeni!

Rimane solo un dubbio: esiste la possibilità di regolamentarli in qualche modo o, ognuno di loro, con quella bocca può dire ciò che vuole?

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