Meritocrazia

Quando Roger Abravanel scrisse quell’interessante libro – “Meritocrazia – 4 proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto” – certo non pensava al nostro piccolo e circoscritto mondo assicurativo e, pur tuttavia, credo di poter affermare che molti spunti, in esso contenuti, possono essere presi a modello per poter discutere di un argomento che, oramai, sembra quasi non alloggiare più nemmeno nella lingua italiana.

La meritocrazia rimane inapplicata e inapprezzata eppure, in qualche lembo della nostra società, ancora resiste quasi avesse dei “semini” permanenti che germogliano continuamente anche a dispetto dell’aridità circostante ovvero della scarsissima capacità di saper distinguere chi “merita” da chi, invece, si propone per “anzianità”  o per italica raccomandazione e, pertanto, è, essa stessa, elemento che, seppur marginalmente, contribuisce allo sviluppo civile ed al progressivo cambiamento delle nostre abitudini.

filosofiaDel tutto ovviamente è molto difficile applicarla nel mondo della libera professione ed, in particolare, sembra che nessun elemento possa configurarla nell’ambito del settore dei Periti Assicurativi laddove tutto stagna da vent’anni ed oltre: valutare e valorizzare le conoscenze e le capacità di ogni singolo soggetto diverrebbe, difatti, compito epocale che dovrebbe avere, come fondamento, un cambiamento culturale necessario per rispondere alle sfide che l’evoluzione dei tempi propongono.

Di contraltare, non dovrebbe essere difficile – in tempi di “analisi computerizzate” – spostare l’attenzione delle grandi aziende private (per esempio, le società assicurative) dalla scomposizione delle norme e delle procedure all’esame dei risultati intendendo, con tale termine, non solo l’aspetto economico ma anche la fidelizzazione dell’utenza spesso costretta, suo malgrado, ad affrontare assurdi ed anomali iter burocratici e legislativi per poter ottenere il riconoscimento di un proprio diritto ovvero quel “qualcosina” in più strettamente necessario a sopperire a tutte le anomalie che gli ha comportato quel malaugurato ed inaspettato incidente stradale.

Quanti sono i Periti Assicurativi che “lavoricchiano” senza tenere in conto che uno degli obiettivi da perseguire è la soddisfazione del danneggiato? E quanti coloro che non sono in grado di confrontarsi con colleghi e patrocinatori al fine di raggiungere uno scopo ben chiaro e contornato: evitare che una semplice analisi di un incidente stradale – sia che riguardi l’an o sia che riguardi il quantum o entrambe le cose – non sfoci in un guazzabuglio giudiziario?

Non sono certo che la meritocrazia sia confacente al loro modo di operare ma non sono nemmeno certo che le grandi aziende private siano in grado di percepire questo problema ed abbiano la possibilità di correggere tali errori che compromettono, giornalmente, la serenità dei molti che sono costretti a vivere nella confusione e, perché no?, nell’ignoranza.

Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se la nostra cara CONSAP, a fronte dell’aumento del 40% attuato nel 2016 e relativo al contributo dovuto per mantenere l’iscrizione nel “Ruolo”, provvedesse a raccogliere dati ed informazioni su ciascuno di noi: velocità nell’espletamento dell’incarico professionale, costo dei soli sinistri “concordati”, percentuali dei sinistri sfociati in contenzioso giudiziario, esposti IVASS e, finanche, apprezzamenti (come si dice in tempi moderni? “feedback”) da parte degli utenti con cui sono entrati in contatto (a dire il vero, qualche società già lo fa: chiama telefonicamente il cliente e lo “interroga” in merito).

L’inghippo starebbe soltanto nel rendere pubblici tali risultati: se ne otterrebbe una sorta di rivoluzione a cui tutti ci abitueremmo in tempi brevi poiché la constatazione che molte cose andrebbero meglio avrebbe il sopravvento.

Infatti, la meritocrazia ritornerebbe in auge e, forse, le stesse grandi aziende – dopo aver preso visione di quanto i loro fiduciari siano inseriti in un contesto soddisfacente – capirebbero che qualche strano soggetto non merita tanta fiducia.

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