Carciofi e carote

Discutendo tempo fa, con un caro ragazzo che ho da poco conosciuto, ho appreso di un’iniziativa che Lui stesso sta portando avanti con determinazione e con tanta volontà e molti sacrifici personali. Ed anche con qualche arrabbiatura.

Lo guardavo negli occhi e capivo che Lui crede veramente in ciò che tenta di attuare ed il Suo desiderio più grande è che gli altri capissero il Suo messaggio e si adeguassero in maniera tale da poter programmare, meglio ancora, un’iniziativa comune che potesse portare vantaggi per tutti.

Lui parla di ortaggi, verdure, agrumi, e tutto quanto la generosa terra siciliana riesce a donare ma parla anche di economia, di mercati generali, di globalizzazione e sogna che i produttori agricoli di questa nostra regione riescano a mettersi d’accordo su alcuni punti fermi riuscendo, altresì, ad accantonare le invidie reciproche e, soprattutto, la concorrenza sleale.

Le Sue parole, da quel giorno, mi rimbombano in testa ma, più di tutto, mi ritorna in mente un concetto che, io e Lui, abbiamo facilmente condiviso: l’ignoranza è foriera di disastrosi malintesi.

E Lui, di ignoranza, in senso lato, ne vede tanta visto che ha a che fare con gente che parla spesso solo con una zappa o, al massimo, anche con qualche pianta di pomodoro IGP appena piantata.

 

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Nel mio piccolo devo ammettere che di ignoranza se ne vede tanta anche nel mio settore ed è per tale motivo che ho sempre auspicato un confronto propositivo su alcuni temi specifici che riguardano, soprattutto, l’aspetto procedurale piuttosto che l’aspetto tecnico – estimativo su cui tanti altri sono più preparati di me.

Raccogliendo l’invito di un mio collega mi sono ripromesso, quindi, di scrivere, di tanto in tanto, in termini propositivi al fine di far intendere su quali forme possiamo confrontarci; non parlerò, di certo, di carciofi e carote e nemmeno di finocchi, ma, piuttosto, affronterò immagini  reali che contrassegnano aneddoti e piccoli fatti realmente accaduti durante la nostra attività giornaliera.

Per far ciò utilizzerò, nei giorni a venire, nomi propri di pura fantasia e sin d’ora declino ogni responsabilità qualora, a qualcuno, venga in mente di raffigurarsi in tali personaggi. Certo: i fatti narrati sono volutamente attinenti alla realtà e, magari, qualcuno, si riconoscerà in essi così come i carciofi e le carote si possono riconoscere nell’insieme di una calda zuppa serale – magari accompagnata da qualche croccante crostino – ma basterà fare mente locale su tutto per rammentare che il medesimo episodio si è potuto ripetere più volte anche con soggetti diversi e, quindi, non vi è  nulla di male a raccontarlo senza voler stigmatizzare alcun specifico comportamento.

D’altronde mi sembra di aver letto, da qualche parte, che fatti non fummo per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza. Vuol significare che sarebbe utile seguire anche qualche insegnamento che viene dallo studio, dal confronto e dall’esperienza.

Ad ogni buon conto, con propositività, si accettano commenti, consigli, censure, aneddoti, chiarimenti, rettifiche, note, chiose, altri ingredienti ed anche, in aggiunta alla zuppa e senza preclusione alcuna, qualche altro finocchio.

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