Il soldatino marciante ed il frinire del grillo

Soprattutto nel privato ho ricevuto tanti commenti all’articolo precedente in cui si accennava al fuorilegge che, nel chiuso del proprio stanzino, è andato a comporre una stima analitica a vantaggio di un CTU non iscritto al Ruolo Nazionale dei Periti Assicurativi.

Il commento che più mi ha colpito lo ha fatto un mio carissimo collega quando ha esternato una sua impressione: “il bisogno fa compiere azioni che una volta nemmeno ci sognavamo di poter fare”.

Ne traggo, da tale impostazione, alcuni piccoli spunti che mi servono da premessa per completare, altresì, quanto enunciato in precedenza.

grillo-giurassico

“Il bisogno” deriva dallo stato di emergenza in cui molti colleghi versano: diminuzione degli incarichi peritali, diminuzione degli incidenti, diminuzione delle consulenze giudiziarie, ostruzionismo arrogante da parte delle società di assicurazioni che stanno sempre più strutturando le polizze con clausole persino anticostituzionali al fine di lasciare l’utente libero di rimanere affogato nelle loro grinfie, fanno si che venga progressivamente assottigliata quella già sottile fetta di sostanza che dovrebbe spettare, nell’ambito del variegato mondo assicurativo, a tutti quei professionisti che giornalmente scendono in campo per tutelare, tecnicamente e stragiudizialmente, i loro committenti.

“Fa compiere azioni che una volta nemmeno ci sognavamo di poter fare” è, invece, un concetto che non tiene conto di un valore intrinseco che dovrebbe albergare in ognuno di noi: la dignità!

L’accenno, ovviamente, è a quella professionale: non perdiamola! Mai! Nemmeno in caso di bisogno ed, in tal senso, mi sovviene un’immagine estratta da un giornaletto antimilitarista: il soldatino marciante ed impettito si sente un eroe ma quando si smarrisce in aperta campagna basta il frinire del grillo per spaventarlo e farlo tremolare.

Chiariti tali concetti non rimane che completare il discorso procedurale introdotto con il precedente articolo in cui, peraltro, ci si è augurato che simili azioni vengano svolte in piena ignoranza.

Per la porzione che ci riguarda abbiamo già riportato l’articolo 228 c.p.p. ma ritengo di non averlo abbastanza commentato e, soprattutto, credo di non aver pienamente fatto intendere un concetto basilare correlato al preciso impegno che ogni CTU prende quando è lì, in piedi ed a capo scoperto, per accettare un incarico dove svolgerà un ruolo super partes.

Egli deve essere un soggetto abilitato e preparato nella materia specifica su cui verte l’incarico stesso e deve essere in grado di poter controllare l’operato del proprio collaboratore proprio attraverso le conoscenze derivanti dall’abilitazione di cui gode.

Faccio un esempio: se il Giudice deve valutare gli eventuali postumi permanenti di un qualsiasi trauma dovrà nominare un medico. Giammai potrà nominare un asino come me che da trentacinque anni ispeziona solo veicoli danneggiati.

Eppure, con l’accorgimento adottato da quel Giudice e da quel CTU e con la complicità dell’ignorante collega, si potrebbe scavalcare, sempre e comunque, tale contingente situazione: il Giudice mi nomina per “valutare gli eventuali postumi permanenti”; accetto l’incarico e chiedo di servirmi di “collaboratore”; al collaboratore – medico legale “bisognoso” – passo copia di tutti i documenti sanitari di cui sono entrato in possesso; questi mi redige una perizia effettuando una ben precisa valutazione e la sottoscrive; io prendo il tutto, lo accorpo con le solite mie castronerie e deposito in Cancelleria senza mai aver avuto la possibilità di controllare l’operato del mio collaboratore.

Dopo qualche settimana mi verrà liquidata la parcella ….

Ma davvero non s’intende che tutto ciò è assolutamente illegale?

A me sembra lapalissiano.

Se, invece, non lo è sarà meglio che i giudici si preparino a ricevere la mia offerta di collaborazione come CTU medico: concorrenziale con ogni specialista di medicina legale e con proposte di parcelle davvero ridotte all’osso.

Lo stretto necessario per dare il contentino al collaboratore bisognoso e per ricavarne qualcosina che di dignitoso non ha nulla.

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