La tracotanza

La foto che integra questa pagina riconduce ad un incidente stradale avvenuto a Siracusa, lungo il viale Paolo Orsi, nel lontano 1981 e rimanda ad un episodio che vide coinvolto un mio amico che, conducendo la propria vettura, subì un tamponamento da parte di un avventato motociclista che utilizzava la larga carreggiata come una pista da autodromo.

A quel tempo non si badava molto al codice della strada e, difatti, il motociclista accampava delle ragioni poiché, Lui affermava, l’automobilista “si era messo davanti” e, di conseguenza, si escludeva il relativo tamponamento da tergo oggi universalmente accettato quale punto cardine di responsabilità esclusiva.

Ero agli albori della mia professione e, dopo essere stato chiamato telefonicamente, mi recai sul luogo e scattai alcune foto – tra cui quella sopra richiamata – che non servirono a nulla anche perché il mio ruolo di “rilevatore e ricostruttore” venne immediatamente ridimensionato dall’insicurezza mia e dalla tracotanza dei tanti amici del motociclista scapestrato.

La tracotanzaIl ritrovamento di questo fotogramma in bianco e nero mi ha fatto tornare alla mente un meccanismo culturale tipico di chi non ha ragioni per insistere e, tanto meno, non ha motivi per ostinarsi; soprattutto, non sa argomentare proprio perché mancano quegli elementi oggettivi che dovrebbero dar vita a confronti e a discussioni in contraddittorio.

Ed allora arriva la tracotanza o, in alternativa, ci si allontana magari dopo essersi arroccati dietro scuse assolutamente puerili ovvero con motivazioni generalmente superficiali spesso nemmeno enunciate forse anche per viltà.

Non so perché ma, ragionandoci sopra, credo si possa fare un parallelismo con situazioni che, spesso, si raffigurano nel mondo dell’associazionismo dei periti assicurativi: manca il confronto ma, nel contempo, chi non ha una maggioranza tenta di accelerare per sorpassare imprudentemente e finisce per tamponare da tergo per poi, ancora dolorante, rialzarsi e gridare: “ho ragione io, ho ragione io!”

Non è capace di nessuna tracotanza ma, siccome nessuno lo ascolta, si allontana e tenta subito di costituire una nuova associazione che, in assoluta quanto inutile concorrenza a quella già esistente, nulla di nuovo apporta a favore della Categoria ed, anzi, la disgrega ancora di più.

Non si vuole intuire che solo l’unità di tutti potrà portare alcuni frutti e non si vuol nemmeno intendere che marciare a debita distanza, mantenendo rigorosamente la destra, è utile ad evitare incidenti di percorso.

Ti potrebbe interessare anche...

2 Risposte

  1. IO ha detto:

    Che triste quanto profonda verità! Ma il “disassociazionsimo” fine a se stesso non è forse esso stesso una forma di tracotanza? Chi è più tracotante chi tamponando grida tra la folla: <> o chi fugge e va a fondare l’associazione “tamponatori ragionevoli” autonominandosi mega-direttore generale di se stesso? Due facce della stessa medaglia di chi è convinto che chi fa da sé fa per tre… Non sapendo che chi fa da sé, alla lunga, diventa soltanto cieco!